
Il Risk Manager è una figura professionale sempre più centrale, soprattutto in un contesto in cui i rischi sono sempre più complessi e articolati.
Il suo compito è, infatti, quello di gestire in modo completo e integrato rischi, mediante attività sistematiche quali identificazione, misurazione, valutazione, trattamento del rischio.
In questa intervista, il Professore Antonio Coviello, esperto di Marketing Assicurativo e Ricercatore presso il CNR, approfondisce come si sta trasformando questa figura nel panorama italiano e internazionale, analizzando le sfide che il cambiamento climatico, la digitalizzazione e la governance dei rischi pongono al settore.
Il suo compito è, infatti, quello di gestire in modo completo e integrato rischi, mediante attività sistematiche quali identificazione, misurazione, valutazione, trattamento del rischio.
In questa intervista, il Professore Antonio Coviello, esperto di Marketing Assicurativo e Ricercatore presso il CNR, approfondisce come si sta trasformando questa figura nel panorama italiano e internazionale, analizzando le sfide che il cambiamento climatico, la digitalizzazione e la governance dei rischi pongono al settore.
1. Come si è evoluto nel tempo il ruolo del Risk Manager nel mondo assicurativo e quali sono oggi i requisiti professionali e gli obblighi più rilevanti per operare in Italia?In che misura la figura del Risk Manager è presente in Italia, rispetto ad altri Paesi europei? Ci sono elementi normativi e/o strutturali che ne ostacolano la diffusione?
La figura del risk manager e il concetto di risk management hanno radici storiche che risalgono al principio del 1900 (Fayol, 1916), evolvendo nel corso del tempo inizialmente sulla sicurezza operativa, fino ad arrivare a una disciplina più ampia e multidisciplinare, integrandosi con altri settori come la compliance normativa, la sicurezza informatica e la sostenibilità, diventando un elemento centrale per la resilienza e la competitività aziendale.
Notoriamente, il Risk Manager è la figura professionale preposta all’identificazione e valutazione dei rischi aziendali fornendo supporto al management nella gestione degli stessi col principale compito di individuare e analizzare i potenziali rischi in cui può incorrere l’impresa e che possono comprometterne il raggiungimento degli obiettivi strategici e operativi nel breve, medio e lungo termine.
Per tale motivo il Risk Manager è una figura professionale sempre più richiesta sia in Italia che nel mondo, in quanto capace di identificare, valutare e mitigare i rischi che potrebbero influenzare negativamente le attività di un'organizzazione.
La figura del Risk Manager è ben presente e riconosciuta anche in Italia, allineandosi alle dinamiche europee. Benchè la funzione aziendale sia ancora poco diffusa rispetto ai paesi maggiormente industrializzati, studi dimostrano che i Risk Manager italiani sono tra i più qualificati a livello europeo, sia per formazione accademica che per esperienza professionale.
In Italia, il ruolo è considerato essenziale per la sopravvivenza e la crescita delle imprese, soprattutto in un contesto di incertezza economica e di nuove sfide. In Italia, nello specifico, il 46% dei Risk Manager si concentra specificamente sui rischi ESG, mentre in Europa questa percentuale è del 27%, dimostrando un maggiore focus italiano sull'ambiente, il sociale e la governance.
Nonostante tutto quanto premesso, sicuramente la diffusione del ruolo di Risk Manager può essere ostacolata da fattori normativi e strutturali. Normativamente, la mancanza di specifiche normative che definiscano il ruolo del Risk Manager in modo univoco può rendere difficile la sua implementazione in molte aziende. Strutturalmente, invece, la mancanza di consapevolezza sulla necessità della gestione del rischio e la resistenza al cambiamento possono ostacolare la creazione di un ruolo specifico dedicato alla gestione del rischio.
Notoriamente, il Risk Manager è la figura professionale preposta all’identificazione e valutazione dei rischi aziendali fornendo supporto al management nella gestione degli stessi col principale compito di individuare e analizzare i potenziali rischi in cui può incorrere l’impresa e che possono comprometterne il raggiungimento degli obiettivi strategici e operativi nel breve, medio e lungo termine.
Per tale motivo il Risk Manager è una figura professionale sempre più richiesta sia in Italia che nel mondo, in quanto capace di identificare, valutare e mitigare i rischi che potrebbero influenzare negativamente le attività di un'organizzazione.
La figura del Risk Manager è ben presente e riconosciuta anche in Italia, allineandosi alle dinamiche europee. Benchè la funzione aziendale sia ancora poco diffusa rispetto ai paesi maggiormente industrializzati, studi dimostrano che i Risk Manager italiani sono tra i più qualificati a livello europeo, sia per formazione accademica che per esperienza professionale.
In Italia, il ruolo è considerato essenziale per la sopravvivenza e la crescita delle imprese, soprattutto in un contesto di incertezza economica e di nuove sfide. In Italia, nello specifico, il 46% dei Risk Manager si concentra specificamente sui rischi ESG, mentre in Europa questa percentuale è del 27%, dimostrando un maggiore focus italiano sull'ambiente, il sociale e la governance.
Nonostante tutto quanto premesso, sicuramente la diffusione del ruolo di Risk Manager può essere ostacolata da fattori normativi e strutturali. Normativamente, la mancanza di specifiche normative che definiscano il ruolo del Risk Manager in modo univoco può rendere difficile la sua implementazione in molte aziende. Strutturalmente, invece, la mancanza di consapevolezza sulla necessità della gestione del rischio e la resistenza al cambiamento possono ostacolare la creazione di un ruolo specifico dedicato alla gestione del rischio.
2. Alla luce della crescente frequenza e severità degli eventi catastrofali legati al cambiamento climatico, come si sta trasformando il ruolo del Risk Manager nell’analisi, quantificazione e trasferimento del rischio? Ritiene che il mercato assicurativo riuscirà a rispondere a eventi di ampia portata come quelli legati al cambiamento climatico?
Il cambiamento climatico impatta significativamente il lavoro del risk manager, poiché introduce nuovi rischi che richiedono strategie di gestione e mitigazione specifiche. Il risk manager, infatti, deve integrare i fattori climatici nei framework di gestione del rischio aziendale, adattando le procedure di identificazione, valutazione e trattamento dei rischi.
Proprio perchè Il Risk Manager svolge un ruolo fondamentale nell'analisi del rischio all'interno di un'organizzazione, il suo compito appare fondamentale per identificare, valutare e gestire i rischi che potrebbero compromettere il raggiungimento degli obiettivi strategici e operativi dell'azienda. Nel settore assicurativo, il Risk Manager ha il ruolo cruciale nei confronti dei rischi che possono influenzare negativamente le operazioni e il successo di una compagnia assicurativa.
Questo professionista “assicura” che l'azienda prenda le misure necessarie per prevenire o mitigare gli effetti di questi rischi, proteggendo così la sua stabilità finanziaria e reputazionale. E proprio per l’attuale fenomeno del cambiamento climatico risk manager ed industria assicurativa potranno svolgere un ruolo determinante nella risoluzione delle problematiche ad esso connesso.
Proprio perchè Il Risk Manager svolge un ruolo fondamentale nell'analisi del rischio all'interno di un'organizzazione, il suo compito appare fondamentale per identificare, valutare e gestire i rischi che potrebbero compromettere il raggiungimento degli obiettivi strategici e operativi dell'azienda. Nel settore assicurativo, il Risk Manager ha il ruolo cruciale nei confronti dei rischi che possono influenzare negativamente le operazioni e il successo di una compagnia assicurativa.
Questo professionista “assicura” che l'azienda prenda le misure necessarie per prevenire o mitigare gli effetti di questi rischi, proteggendo così la sua stabilità finanziaria e reputazionale. E proprio per l’attuale fenomeno del cambiamento climatico risk manager ed industria assicurativa potranno svolgere un ruolo determinante nella risoluzione delle problematiche ad esso connesso.
3. Dal Global Risk Manager Report 2024, pubblicato dalla Federation of European Risk Management Associations (FERMA), in collaborazione con PWC, emerge che le imprese mostrano una crescente propensione alla ritenzione del rischio (64%) e all’utilizzo di soluzioni captive e parametriche (entrambe al 23%). In questo contesto, come evolve il ruolo del Risk Manager nel bilanciare efficacemente queste strategie e nel garantire una governance del rischio coerente con gli obiettivi aziendali?
La propensione al rischio delle imprese italiane varia notoriamente nel tempo a causa di diversi fattori (tra cui le normative e l’andamento dei mercati), ma la presenza di un Risk Manager, o di una funzione di Risk Management, è sicuramente spesso limitata, specialmente nelle piccole e medie imprese.
Il ruolo del Risk Manager evolve certamente verso una posizione di leadership strategica, bilanciando diverse strategie di gestione del rischio e garantendo una governance del rischio coerente con gli obiettivi aziendali.
Il Risk Manager, pertanto, invece di limitarsi alla gestione dei rischi, diventa un partner strategico per la direzione, supportando le decisioni con una visione ampia e integrata dei rischi. Questa è la principale sfida che i “manager del rischio” dovranno affrontare per garantire una governance del rischio coerente con gli obiettivi aziendali, prestando particolare attenzione ad assicurare che la gestione del rischio all'interno di un'azienda sia coerente con gli obiettivi aziendali, identificando, valutando e mitigando i rischi che potrebbero compromettere il raggiungimento di tali obiettivi. In sostanza, il “buon” Risk Manager si assicura che l'azienda gestisca i rischi in modo efficace, in modo da proteggere i suoi interessi e massimizzare le opportunità di successo.
Il ruolo del Risk Manager evolve certamente verso una posizione di leadership strategica, bilanciando diverse strategie di gestione del rischio e garantendo una governance del rischio coerente con gli obiettivi aziendali.
Il Risk Manager, pertanto, invece di limitarsi alla gestione dei rischi, diventa un partner strategico per la direzione, supportando le decisioni con una visione ampia e integrata dei rischi. Questa è la principale sfida che i “manager del rischio” dovranno affrontare per garantire una governance del rischio coerente con gli obiettivi aziendali, prestando particolare attenzione ad assicurare che la gestione del rischio all'interno di un'azienda sia coerente con gli obiettivi aziendali, identificando, valutando e mitigando i rischi che potrebbero compromettere il raggiungimento di tali obiettivi. In sostanza, il “buon” Risk Manager si assicura che l'azienda gestisca i rischi in modo efficace, in modo da proteggere i suoi interessi e massimizzare le opportunità di successo.
4. Quali sono le principali aree di vulnerabilità nelle piccole e medie imprese italiane rispetto alla gestione del rischio? Quanto è consapevole il tessuto imprenditoriale di questi rischi, e quanto sono diffuse tra le PMI le forme di tutela come la D&O e la Commercial Combined?
Un recente studio di Cineas ("Osservatorio sulla diffusione del risk management nelle medie imprese italiane", realizzato in collaborazione con Ipsos nel 2024) ha evidenziato che cresce la centralità della gestione del rischio al fine di tutelare la continuità aziendale e, di contro, chi vede la gestione del rischio come un costo non essenziale è solo una stretta minoranza.
I rischi cyber diventano quelli maggiormente temuti, ma questo come sugli altri profili di rischio permane un ampio e grave gap in termini assicurativi. Le piccole e medie imprese italiane in effetti sono vulnerabili in diverse aree di gestione del rischio, tra cui il cyber risk, gli infortuni sul lavoro e la difettosità del prodotto.
Un'attenzione particolare va anche all'adeguamento normativo, ai rischi finanziari e a quelli relativi alla reputazione aziendale. Ma purtroppo il grado di “cultura del rischio” non è ancora diffuso nel nostro Paese, tanto da relegarci “Cenerentola” tra i paesi europei per coperture assicurative, con una diffusione scarsa tra le varie forme di tutela. Sicuramente il nuovo obbligo imposto alle imprese di assicurarsi contro le calamità naturali spingerà le stesse ad accrescere la consapevolezza assicurativa e del rischio ed a valutare le varie coperture esistenti e recuperare il gap con gli altri paesi.
I rischi cyber diventano quelli maggiormente temuti, ma questo come sugli altri profili di rischio permane un ampio e grave gap in termini assicurativi. Le piccole e medie imprese italiane in effetti sono vulnerabili in diverse aree di gestione del rischio, tra cui il cyber risk, gli infortuni sul lavoro e la difettosità del prodotto.
Un'attenzione particolare va anche all'adeguamento normativo, ai rischi finanziari e a quelli relativi alla reputazione aziendale. Ma purtroppo il grado di “cultura del rischio” non è ancora diffuso nel nostro Paese, tanto da relegarci “Cenerentola” tra i paesi europei per coperture assicurative, con una diffusione scarsa tra le varie forme di tutela. Sicuramente il nuovo obbligo imposto alle imprese di assicurarsi contro le calamità naturali spingerà le stesse ad accrescere la consapevolezza assicurativa e del rischio ed a valutare le varie coperture esistenti e recuperare il gap con gli altri paesi.
5. Sempre dal Global Risk Manager Report 2024, emerge che uno dei principali rischi che il management sta trascurando, secondo oltre il 50% dei Risk Manager, sono quelli legati allo sviluppo tecnologico e, in particolare, all’AI. Per quale motivo? E come pensa che l’impatto dell’AI possa,invece, influenzare il ruolo del ruolo del Risk Manager del prossimo futuro?
Recenti indagini sul campo hanno confermato che la maggioranza delle aziende tende a sottovalutare i rischi legati allo sviluppo tecnologico, in particolare quelli associati all'intelligenza artificiale (AI).
L'AI, con le sue applicazioni sempre più pervasive, introduce nuovi rischi che le aziende devono affrontare, come la sicurezza dei dati, la privacy, la gestione dei bias algoritmici (errori sistematici nei risultati di un algoritmo, dovuti ad esempio a set di dati distorti o errati - n.d.r.) e i cambiamenti nell'ambiente di lavoro. Il risk manager, allora, deve assumersi il ruolo di guida dell’azienda nel percorso trasformativo dell'AI per sfruttarne i potenziali benefici per l’azienda e la società.
Un framework efficace di governance dell'AI combinato a un processo di identificazione dei potenziali rischi, un’adeguata formazione dei dipendenti e il monitoraggio delle metriche di performance consentono al risk management di gestire efficacemente i problemi che possono presentarsi e ridurre al minimo i rischi legati alla privacy dei dati nell'AI, ai bias algoritmici e alla compliance normativa.
Per quanto riguarda lo scenario ipotizzabile nel prossimo futuro, credo che uno dei principali vantaggi dell’utilizzo della Generative AI nel Risk Management sia l’aumento dell’efficienza. Le tecnologie AI automatizzano gran parte delle attività di raccolta e analisi dei dati, consentendo ai risk manager di concentrarsi su compiti più strategici. Questo, non solo riduce il tempo necessario per identificare e valutare i rischi, ma migliora anche la precisione delle previsioni e delle decisioni.
L'AI, con le sue applicazioni sempre più pervasive, introduce nuovi rischi che le aziende devono affrontare, come la sicurezza dei dati, la privacy, la gestione dei bias algoritmici (errori sistematici nei risultati di un algoritmo, dovuti ad esempio a set di dati distorti o errati - n.d.r.) e i cambiamenti nell'ambiente di lavoro. Il risk manager, allora, deve assumersi il ruolo di guida dell’azienda nel percorso trasformativo dell'AI per sfruttarne i potenziali benefici per l’azienda e la società.
Un framework efficace di governance dell'AI combinato a un processo di identificazione dei potenziali rischi, un’adeguata formazione dei dipendenti e il monitoraggio delle metriche di performance consentono al risk management di gestire efficacemente i problemi che possono presentarsi e ridurre al minimo i rischi legati alla privacy dei dati nell'AI, ai bias algoritmici e alla compliance normativa.
Per quanto riguarda lo scenario ipotizzabile nel prossimo futuro, credo che uno dei principali vantaggi dell’utilizzo della Generative AI nel Risk Management sia l’aumento dell’efficienza. Le tecnologie AI automatizzano gran parte delle attività di raccolta e analisi dei dati, consentendo ai risk manager di concentrarsi su compiti più strategici. Questo, non solo riduce il tempo necessario per identificare e valutare i rischi, ma migliora anche la precisione delle previsioni e delle decisioni.