Secondo una ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, il settore assicurativo si posiziona tra gli investitori principali nel mondo dell’Intelligenza artificiale (AI).
I dati dell’analisi mostrano una risposta positiva del settore dell’AI al Covid-19 con una crescita del 15% rispetto al 2019, raggiungendo un valore pari a 300 milioni di euro.
Gli altri settori ad investire nell’Intelligenza Artificiale e le Nuove Tecnologie sono: finanza, energia, manifattura, media.
Gli Algoritmi di AI sono in grado, ad esempio, di immagazzinare ed elaborare grandi moli di dati, definiti Big Data, e trovare soluzioni innovative, mirate e personalizzate, ai problemi grazie alla loro elaborazione.
Come si suddividono gli investimenti
A incidere maggiormente sulla spesa troviamo i software, che caratterizzano il 62% del mercato, mentre i servizi valgono il 38%. Una particolare attenzione si rivolge ai progetti di Intelligent Data Processing che consistono in algoritmi impiegati per analizzare ed estrarre informazioni dai dati e che rappresentano circa il 33% degli investimenti.
In seguito troviamo:
- Le soluzioni Natural Language Processing impiegate, come lascia facilmente intuire il nome, per interpretare il linguaggio naturale e che hanno conquistato il 18% del mercato (+9%);
- I sistemi di Recommendation System, algoritmi per suggerire ai clienti contenuti in linea con le singole preferenze che si attestano, allo stesso modo dei primi, al 18% (+15);
- Le soluzioni di Intelligent Robotic Process Automation, attraverso cui l’AI automatizza un progetto e ne regolarizza le varie fasi, con il 11% (+15).
Il 20% rimanente si suddivide tra:
- Le iniziative di Computer Vision con il 10% e un incremento del 15%;
- Chatbot e virtual assistant che rappresentano le voci che sono cresciute di più in termini di risorse, pari rispettivamente a un aumento del 10% e del 28%.
Le aziende italiane nel mondo dell’intelligenza artificiale.
Un aspetto interessante è che nonostante la crisi economica, e la conseguente carenza di liquidità per molte aziende italiane, le soluzioni di Intelligenza artificiale hanno registrato una forte crescita passando dal 20%, del 2019, al 40% del 2020. Attualmente risultano presenti nel 53% delle imprese italiane medio-grandi. Oltre la metà delle 235 imprese analizzate dall’Osservatorio.
Tuttavia emergono alcune differenze tra le diverse realtà.
Nelle grandi imprese gli investimenti nel settore dell’AI sono presenti nel 61% e si rivolgono non solo alla gestione dei dati ma anche agli aspetti organizzativi dell’azienda. Le aziende di medie dimensioni, invece, hanno progetti attivi solo nel 21% dei casi.
Tra i principali fattori che hanno ostacolato, o comunque rallentato, gli investimenti nel settore dell’intelligenza artificiale emergono:
- La riduzione del budget, che è stata indicata come la principale causa dal 35% delle aziende;
- L’assenza di un impegno concreto da parte del top management, per il 34%;
- La scarsa conoscenza del mondo digitale aziendale, secondo il 26%;
- Le difficoltà di comprendere le modalità di applicazione dell’AI all’interno del business, per il 26% dei casi analizzati.
I vantaggi dell’AI per le aziende.
L’intelligenza artificiale è quel ramo dell’informatica che studia lo sviluppo di sistemi hardware e software dotati di competenze e capacità umane. In questo modo i sistemi di AI sono in grado di portare al termine azioni, attività e richieste che in genere vengono affidate agli esseri umani.
Sono algoritmi inoltre in grado di “apprendere”, o meglio di ampliarsi autonomamente in base ai dati che ricevono o al campo di applicazione in cui vengono inseriti, riuscendo a trovare soluzione sempre nuove.
È chiaro quindi che la loro applicazione può comportare diversi vantaggi per le aziende che, in questo modo, riusciranno a snellire i processi interni, velocizzare la ricerca delle informazioni e garantire un’assistenza costante e immediata al cliente.
Del resto l’intelligenza artificiale si presenta come un efficace strumento di crescita che consente alle imprese di: migliorare la loro organizzazione interna; ridurre i costi di analisi e previsioni; aumentare l’efficienza dei servizi; incrementare la loro produttività.