Crescita economica e assicurazioni, come le insurtech potrebbe trainare la prossima ricrescita

Le Insurtech potrebbero essere il motore trainante della prossima ondata di crescita.

È quanto si legge nel rapporto McKinsey & Company, “How insurtechs can accelerate the next wave of growth”.

Le ragioni sono da ricercare negli effetti positivi della trasformazione digitale che sta rimodellando il settore dei servizi.

Tecnologie come l’intelligenza artificiale, big data, automazione e blockchain stanno contribuendo a creare prodotti innovativi e a migliorare l’esperienza dei clienti; un fenomeno la cui portata è evidente in modo particolare proprio nel settore assicurativo.

La consapevolezza che le insurtech rappresentino il motore trainante di questa evoluzione era già emersa da un altro studio di McKinsey & Company “Global perspectives on insurtechs” (settembre 2021), che aveva evidenziato come nel 2021, l'importo degli investimenti (su scala globale) aveva superato gli 11 miliardi di dollari, il doppio dell'importo investito nel 2020.

 

Due diversi percorsi di crescita
 

Gli operatori del settore hanno avviato diversi modelli di crescita, che variano in base al tipo di attore insurtech. McKinsey li divide in due categorie principali: Emerging Distributors ed Ecosystem Players.
 

1) Le Sfide per le realtà insurtech emergenti.

Con Emerging Distributors si fa riferimento agli operatori emergenti, per lo più start-up B2C.

Quest’ultime per entrare nel mercato, e sfidare gli operatori storici, devono:

  • attirare investimenti

  • stabilire un percorso di crescita verso la redditività

  • pianificare una strategia di espansione
     

Per quanto riguarda il primo aspetto è necessario superare le incertezze.

Capita con frequenza, infatti, che gli investitori non riescano a definire con certezza la natura di queste start-up (se insurtech vere e proprie o società di tecnologia), non potendo, di conseguenza, valutare il tempo necessario per raggiungere la redditività di un investimento.

Questi dubbi impongono alle insurtech di presentarsi sul mercato con un piano chiaro, in grado di mostrare obiettivi, dati e previsioni.

Se portato a termine con successo, questo modello può favorire una maggiore fiducia da parte di investitori e azionisti e, allo stesso tempo, aiutare le start-up stesse a crescere seguendo un percorso già definito.

Il secondo aspetto entra in gioco nel momento in cui le start-up sono nel mercato e dispongono di capitali e un pacchetto clienti. Spesso infatti mostrano difficoltà nell’elaborare un piano verso la redditività. In questa fase risulta fondamentale sfruttare al meglio gli strumenti di cui si è a disposizione. Per fare un esempio alcune insurtech hanno deciso di commercializzare la propria piattaforma e passare dal ruolo di assicuratore online a fornitore di piattaforme B2B: una strategia che consente margini di guadagno fino al 30% in più (dati McKinsey & Company).

Infine, una volta raggiunti i mercati principali, le insurtech devono attuare una strategia di espansione attraverso l’analisi di nuovi segmenti e mercati stranieri.

Si tratta di un momento fondamentale in cui è necessario creare una roadmap indirizzata verso un percorso di crescita. Secondo gli analisti, per quanto riguarda questo aspetto, le società di maggiore successo sono quelle che hanno definito, con la giusta precisione, il segmento di mercato in cui possono muoversi e ottenere maggiori risultati.
 

2) Le sfide per gli attori dell’ecosistema

Gli Ecosystem Players sono i grandi attori B2B che, attraverso i loro strumenti, rendono possibile un ecosistema assicurativo più efficiente e sicuro.

I grandi gruppi assicurativi, per guidare una crescita accelerata, devono:

  • migliorare la loro strategia go-to-market (GTM),

  • investire nello sviluppo informatico,

  • Espandersi nei mercati adiacenti.
     

Una strategia GTM ponderata può creare importanti opportunità per i cosiddetti Ecosystem Players. Secondo Mckinsey è fondamentale che una società di assicurazioni, che riesca a raggiungere i suoi obiettivi e a disporre di una certa quantità di capitali, continui a perfezionare il suo prodotto e a elaborare nuove strategie di vendita. In questo modo riuscirà a far crescere la quota di mercato e la redditività dei suoi servizi.

Per quanto riguarda il secondo punto, un investimento nelle competenze informatiche può contribuire alla crescita e al mantenimento della reputazione sul mercato. La creazione di un team interno di esperti contribuisce infatti a ridurre i tempi, ridimensionare i costi di gestione dei servizi offerti e a rispondere con maggiore efficienza alle esigenze dei clienti.

Infine, data l’alta presenza di competitors è fondamentale, per le realtà affermate, concentrarsi sui propri obiettivi e valutare possibili fusioni o acquisizioni. In questa fase è quindi necessario comprendere le esigenze del segmento verso cui si rivolgono i propri servizi, osservare le potenzialità degli altri attori e valutare una strategia comune.

L'aggregazione delle risorse tecnologiche tramite fusioni e acquisizioni, infatti, può aiutare i grandi vettori a ottenere un vantaggio significativo.

 

Strategie diverse, obiettivi comuni
 

In questo scenario gli operatori del settore devono quindi decidere quali mosse perseguire in base alle loro dimensioni e potenzialità. I gruppi più grandi e consolidati possono espandere il loro modello di business grazie ai vantaggi che dispongono in termini di risorse e competenze.

Le piccole realtà, invece, devono identificare bene il mercato a cui rivolgersi e offrire servizi che, in qualche modo, si distinguono per efficienza, affidabilità e innovazione.

Entrambe le categorie, tuttavia, devono fondare i loro percorsi su tre aspetti essenziali: innovazione tecnologica, processi e persone.

Obiettivi che, se perseguiti con l’impegno e la costanza necessari, favoriranno investimenti, sviluppo tecnologico e un nuovo modo di pensare al settore dei servizi.